DisComics

Una mostra che indaga sulle affnità elettive fra dischi e fumetti

Vi sarà sicuramente capitato di vedere allestita qualche “fiera del disco e del fumetto” ma, superficialmente, avrete sicuramente recepito la notizia senza chiedervi cos’è che può accomunare due media apparentemente così distanti come un LP e un giornaletto.
Cerchiamo, attraverso una sequenza logica di riflessioni, di dare una risposta a tale ipotetica domanda.
Ma non sarà semplice, anche perché gli intrecci sono abbastanza complessi e coinvolgono tutte quelle che sono le  forme espressive che hanno cavalcato l’onda lunga del XX secolo.
Leggo su internet, a proposito della classificazione delle arti, che: «Le arti “conclamate” sono 9, di cui 7 hanno una storia millenaria…Musica, Poesia, Pittura, Scultura, Danza, Teatro e Architettura. Le 2 più recenti, Cinema e Fumetto, sono un gentile omaggio del XX secolo» (http://qurolandia.blogspot.com/2014/09/la-classifica-delle-arti.html).
Trovo questa classificazione alquanto riduttiva, in quanto ai gentili omaggi del XX secolo andrebbero aggiunti la fotografia, il disco, la serigrafia, il graffitismo, la street art, la pop art, l’arte pubblicitaria e altro ancora. Tutte forme  espressive, intrecciate fra se, che possono essere racchiuse nella generica definizione di arti grafiche. Tutte forme espressive che introducono il concetto di POP da applicare alle nuove forme artistiche.

Chiaramente la grafia non è un soggetto nuovo e ha radici storiche nei dipinti e graffiti rupestri, in primis, e poi nella scrittura artistica che si è sviluppata attraverso i grandi poemi epici fino al romanzo moderno. Ciò che differenzia le arti tradizionali dalle arti moderne è dovuto soprattutto alla meccanizzazione. Scrivere manualmente o attraverso  una macchina da scrivere è diverso anche perché la macchina amplifica elementi comunque presenti anche nella scrittura manuale quali sono il suono e il ritmo.
Allo stesso modo la riproduzione di un testo attraverso una rotativa introduce una musicalità tutta sua (tipicamente ripetitiva e industriale).
Un film e uno spettacolo teatrale si differenziano proprio per le diverse modalità nella realizzazione e nella riproduzione che, nel caso del film, utilizzano mezzi meccanici (e con essi anche la possibilità di correggere l’errore).  Le stesse difformità distinguono un disco da un concerto.
Tali metamorfosi non sono avvenute tramite uno strappo netto ma attraverso un’evoluzione che è andata di pari passo con l’affermarsi della società industriale.

Facciamo una similitudine fra un film e un fumetto. Entrambi sono basati su una storia, una sceneggiatura, delle immagini e una regia in un caso o un’impaginazione nell’altro.
Il fumetto è il corrispettivo di un fotoromanzo nel quale i fotogrammi sono sostituiti dai disegni. Sono entrambi come dei romanzi con la storia ridotta a poche frasi essenziali, con le parti dialogate racchiuse nei balloons e le parti descrittive racchiuse nelle immagini.
Il film è invece il corrispettivo di un fotoromanzo nel quale i fotogrammi scorrono in rapida successione creando l’effetto cinetico.
Nei film i testi dei dialoghi, che nei fumetti e nei fotoromanzi sono racchiusi nei balloons, vengono ritrasmessi attraverso una registrazione. Il film ha quindi una sua colonna sonora che include i dialoghi, i suoni relativi alle azioni  – sostituiti nei fumetti dalle onomatopee – e musiche di vario tipo destinate ad arricchirla creando l’adeguata  atmosfera (allegra, romantica, piacevole, angosciosa, terrifica …). La parte più musicale di molte colonne sonore viene in seguito diffusa anche attraverso dei dischi le cui copertine riproducono le locandine e i manifesti realizzati per pubblicizzare il film stesso. Viene quindi a crearsi quel legame fra quelle arti grafiche (fumetto, cinema, disco,  pubblicità) che abbiamo posto a premessa di queste riflessioni.
Il fumetto, rispetto al suo corrispettivo cinematografico, non ha una sua colonna sonora. Si può quindi affermare, con una leggera forzatura, che i dischi vanno a sostituire per i lettori di fumetti quella colonna sonora mancante. Solitamente, e con le dovute eccezioni, chi legge una tipologia di fumetti ascolta poi una musica con le stesse caratteristiche.

Un fatto è comunque certo, fumetti e dischi erano (e usiamo volutamente il tempo passato) indirizzati allo stesso pubblico. Quei soggetti che oggi veicolano i loro sogni attraverso uno smartphone, solo cinquant’anni fa avevano una loro colonna sonora nei dischi e liberavano le loro fantasie attraverso la lettura delle storie raccontate nei fumetti.

«Vogliamo il mondo e lo vogliamo adesso»: fumetti e dischi rappresentavano l’accesso a un mondo virtuale nel quale il sogno urlato da Jim Morrison poteva diventare realtà, ed erano compagni affidabili per i momenti di solitudine e motivo di discussione per i momenti di convivialità.
In questa condivisione sta un primo motivo per cui le due forme espressive vengono così frequentemente accomunate.

Un secondo motivo è di natura tecnica. Sia il disco sia il fumetto, in quanto oggetti POP destinati a una diffusione seriale, venivano realizzati in quegli studi grafici che sostituivano le vecchie botteghe d’arte.
Impossibile, quindi, evitare l’ibridazione fra le due forme espressive.
Se la musica contenuta è un elemento importante nella diffusione di un disco, altrettanto importante è la sua confezione, il modo in cui l’oggetto, come fa il polline dall’interno di un fiore, sollecita dagli scaffali e dalle vetrine il desiderio degli appassionati. Il difficile compito di rendere attraente un disco, dando al contempo segnali sul suo contenuto, è compito del designer e del grafico. La realizzazione di queste confezioni avviene attraverso il  coinvolgimento di fotografi, di artisti pop, di disegnatori in generale e, naturalmente, di fumettisti. Più importante è l’artista coinvolto nella realizzazione di un involucro e più l’oggetto, il disco in questo caso, acquista valore. La bellezza, ma forse è meglio dire la complicità con l’acquirente, contribuiscono al successo di un disco quasi quanto la musica in esso contenuta. La presenza del fumetto nelle copertine dei dischi può essere perfino di tipo occulto manifestandosi, anche in assenza dell’intervento diretto di un fumettista, attraverso espedienti come l’utilizzo di balloons e onomatopee.

Un terzo motivo alla base del sodalizio fra dischi e fumetti è da individuare in un’attitudine interdisciplinare di alcuni fra i soggetti coinvolti. Sono piuttosto frequenti musicisti che sono anche fumettisti, fotografi, grafici e registi o viceversa. Non sono una cosa affatto rara le copertine di dischi che utilizzano disegni, foto o grafiche realizzate dai musicisti stessi. Senza considerare i legami di familiarità che altrettanto frequentemente legano fra se gli artisti delle differenti discipline. Fra i casi più noti quello di George Hunter, cantante di uno dei primi gruppi psichedelici (The Charlatans), che abbandonò la musica per fondare la Globe Propaganda, un’agenzia di pubblicità che realizzò anche le copertine per alcuni dischi della scena musicale californiana. Oppure quello di Raymond Pettibon, vero nome Raymond Ginn, fratello del chitarrista dei Black Flag e musicista a sua volta, che disegnò varie copertine per alcuni gruppi degli anni Ottanta. L’esempio più luminoso è però rappresentato da Robert Bartleh Cummings (in arte Rob Zombie), cantante del gruppo White Zombie ma anche regista, sceneggiatore, doppiatore, produttore cinematografico, scrittore e fumettista.

Quelli riportati sono motivi sufficienti non solo ad aiutare la comprensione di come sia possibile la commistione fra queste due forme espressive ma, soprattutto, a lasciar intendere come non si tratti di uno stratagemma studiato a tavolino. Pare essere nella ineluttabilità delle cose il fatto che disco e fumetto si siano trovati a viaggiare nella stessa lunghezza d’onda.

Esiste un disco di John Mayall con Eric Clapton, “Blues Breakers” del 1966, che nell’immagine di copertina mostra il noto chitarrista intento a leggere la rivista di fumetti “Beano”, e come tale quel disco è oggi noto fra gli appassionati. Forse è proprio in quella copertina che va cercata la vera risposta alla nostra domanda iniziale, ed è anche per questo che abbiamo deciso di utilizzare quel disco iconico come apertura di questa mostra.

Proposte giornaliere

Anche chi non fa parte della carovana potrà sperimentare almeno per un giorno questo modo di vivere il festival, aderendo ad una o più delle proposte giornaliere sotto descritte. Quelli proposti sono itinerari adatti anche alle famiglie.

Mercoledì 17 Luglio

con la Carovana al Laghetto di Asqua – Moggiona

Ritrovo: ore 14:00 Punto Informazioni di Camaldoli e Spostamento con le macchine sulla strada di Asqua.

Escursione: La linea Gotica – La Rota incontro con La Carovana – Laghetto di Asqua con Miriam Bardini.

Lunghezza 4 Km Dislivello 100 m

Spostamento con le auto a Moggiona

Ore 19:00 Concerto a Moggiona di Luca Mauceri e Donato Cedrone

 

Giovedì 18 Luglio

con la Carovana a Serravalle e Camaldoli

Ritrovo: ore 14:00 presso il Punto Informazioni di Camaldoli e spostamento con le auto a Serravalle.

Escursione Serravalle – Camaldoli, incontro con la Carovana e con Monaco del Monastero – Tappa artistica al Castagno Miraglia con Miriam Bardini – Serravalle.

Lunghezza 5 Km Dislivello 100 m

ore 21:00 Concerto a Serravalle di Giovanni Vannoni

Venerdì 19 Luglio

con la Carovana al Fosso di Acquafredda e Fosso del Puntone – Badia Prataglia              

Ritrovo ore 9:00 Punto Informazioni di Badia Prataglia

Escursione: Badia Prataglia – Fosso di Acquafredda Incontro con La Carovana – loc. Capanno – Buca delle fate – Campo dell’Agio. Tappe artistiche con Miriam Bardini e Luca Mauceri, laboratori di land art con Martina Botta e Nicola Doni

Lunghezza 10 Km Dislivello 300 m

Ora 21:00 Concerto del Duo Gelli Cuseri presso la Pieve di Santa Maria Assunta

Sabato 20 Luglio

con la Carovana a Corezzo – Passo Serra – Biforco

Ritrovo: ore 9:00 a Corezzo

Corezzo – Sentiero 00 (incontro con la carovana) – Passo Serra – Serra di Sopra – Biforco con tappa artistica di Luca Mauceri e Miriam Bardini

Lunghezza 12,5 Km Dislivello 390 m

ore 18:30 Concerto a Corezzo di Davide Scagno

Per aderire alle proposte giornaliere è obbligatorio prenotare scrivendo a prenotazioni@orostoscana.it o chiamando al 370 1318284.

La quota delle uscite giornaliere è di 15 euro a persona. La partecipazione ai concerti del festival è gratuita. Ogni serata sarà possibile usufruire, a proprie spese, della cena proposta dalla proloco del borgo (vedi il link ad ogni concerto per informazioni sulle eventuali prenotazioni).

Scheda di viaggio

Luogo di inizio e fine del trekking: Pratovecchio, Piazza Jacopo Landino
– Partenza alle ore 9 di mercoledì 17 luglio e rientro alle 17.30 di domenica 21.
– Possibilità di aggregarsi anche dalla mattina di venerdì 19, arrivando con mezzi propri a Serravalle entro le ore 9.

Quota di partecipazione individuale:
– quota intera (5 giorni/4 notti): € 522;
– quota ridotta (3 giorni/2 notti): € 299.

– La quota intera comprende: 4 pernottamenti (in appartamento a Moggiona, in rifugio gestito a Badia Prataglia, in struttura religiosa a Serravalle e Corezzo), 4 colazioni, 5 pranzi al sacco e 4 cene per tutta la durata del cammino. Acqua ai pasti. 1 guida ambientale per tutta la durata del soggiorno. Noleggio e-bike e guida per il rientro da Partina a Pratovecchio. Assicurazione annullamento. Iva e servizio.
– La quota ridotta comprende tutto quanto incluso nella quota intera tranne i pasti, i pernottamenti e i servizi precedenti a venerdì 19 ore 9.

Le quote non comprendono: trasporto da e per Pratovecchio, eventuali tasse di soggiorno; extra e quanto non espressamente indicato

Può essere considerato un trekking di media difficoltà: richiede un certo spirito di adattamento e la voglia di una vacanza diversa, camminando immersi nella natura e attraversando piccole località.

Le tappe giornaliere, descritte singolarmente negli appositi riquadri, sono lunghe circa 15 km e i dislivelli positivi sono intorno ai 500 m, tranne il primo giorno in cui sono previsti circa 750 m. Il cammino si svolge prevalentemente su sentieri ufficiali, carrarecce e strade.

Lungo il percorso sono previsti incontri, letture e tappe artistiche e saranno effettuate delle riprese al fine della realizzazione di un documentario sull’esperienza. Staremo sul sentiero dalle 7 alle 9 ore al giorno (soste incluse). Lo zaino va portato sulle spalle lungo tutto il tragitto, tranne il tratto in bici per il rientro finale da Partina a Pratovecchio, in cui potremo affidarlo a una navetta.

La ricettività è sempre confortevole ma talvolta spartana, le camere e il bagno sono sempre in condivisione fra più persone. Chi non fosse abituato a questo tipo di esperienza deve mettere in conto che può rappresentare una certa sfida personale.

Il programma e il tipo di esperienza proposta non sono adatti a consentire la partecipazione di animali e bambini.